Etichetta: autoprodotto
Genere: pop, rock
Esordio autoprodotto, produzione sontuosa, per il milanese Francesco D’Acri che non risparmia mezzi e interventi più o meno illustri per dare alle stampe questa manciata di canzoni tradizionalmente rock, che anelano Springsteen e si arenano su Shel Shapiro.
Brani che guardano alla radiofonicità come bussola, arrangiamenti luculliani da far indigestione, testi tendenti al banale più che al semplice. Echi di blues e soul sedati contornati da saltuarie chitarre funk d’ordinanza, il disco è solo parzialmente riscattato dalle qualità da performer anfitrionico di D’Acri.
Non è lesa maestà avere ambizioni mainstream, solo auspichiamo che, prima o poi, anche da noi, si cominci a farlo con un po’ di costrutto in più.
Carlo Ace Venturini
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