martedì 19 aprile 2011

Vintage violence – Piccoli intrattenimenti musicali


Etichetta: Popolar music
Genere: indie rock

Un gruppo del tutto ordinario, capace di offrire una mezz’ora di onesto e godibile rock’n’roll.
I brani si rivestono di una carrozzeria rutilante di chitarre angolose e sbatacchianti, si rimane intrappolati nelle spire di riff ripetuti senza requie fino alla completa saturazione, con testi dai colori acidi e pungenti (Raiuno, PPP, Fuori dal partito).
Le bariste dell’Arci invece segue una progressione ritmica geometrica e regolare che segue il movimento ipnotico di sagome astratte e multicolori, l’ideale per mettere in azione un flusso di corpi e movimenti sconnessi. E Natale lavavetri è un altro pezzo che ogni bravo Dj “indie” dovrebbe avere nella sua valigetta per una sorta di party estemporaneo senza inizio né fine.
E si va avanti con I pop (cover di Leo Ferrè cantata da Dario Ciffo), Caterina o Il paraculo, ipnotiche e trascinanti canzoni forgiate da una sezione ritmica d'eccezione, ricca di estro e inventiva pur senza minimamente cadere nell'esibizionismo.
Uno sregolato deragliamento di tutti i sensi.

Clov

lunedì 11 aprile 2011

About Wayne – Rushism


Etichetta: NerdSound records
Genere: alternative rock, psych-pop

Un sound platealmente chitarristico, dove riff e assoli la fanno da padrone, sanguigno ed energico, vitale, feroce ed abrasivo, nonostante a volte potrebbero sembrare una pallida imitazione di gruppi come Nickelback o Hoobastank (a loro volta già pallide imitazioni di qualcos’altro).
Un disco che comunque ti trafigge sin dai primi secondi con The maniac of the seventh floor o Pretty, e che trova pace solo con la tranquilla The glance of the other, parcheggiata lì subito dopo una bellissima ed audace cover di Eleanor rigby.
Si torna subito dopo con l’unico punk possibile di questi tempi: sintesi e velocità, rumore e tanta melodia (Bugs), fino ai rigurgiti lisergici di High e l’afflato a metà strada tra il misticheggiante e lo sbronzo della ghost track.
Echi garage e uno psych-pop nemmeno tanto originale dunque per gli About Wayne, ma malandrino quanto basta per farci subito affezionare.

Clov

martedì 5 aprile 2011

The Ex-Kgb – I Putìn


Etichetta: Prosdocimi records
Genere: Funky-math rock, prog       

Il sound degli Ex-Kgb è vorticoso e sovraccarico d'energia, riff che si avvolgono in spirali tenebrose, per un disco molto moderno che piacerà anche ai non addetti al progressive, purché si accettino certe ridondanze.
La formula è semplice: un chitarrista geometrico e illuminato, un basso, ops, uno stick bass, squadrato e ossessivo ed una ritmica impetuosa da puro prog-metal.
I Putin si apre con la monolitica Ex Kgb e subito dopo è la volta di It never stops, dove Alberto Stocco è un’autentica piovra del drumming con le sue evoluzioni straordinarie. Si continua con i pochi minuti di Do you want to know tra quiete cosmica e tensione parossistica, ed il timbro caldo e morbido di I’m moving, per un album che ridicolizza in un colpo solo tutte le panzane sulla presunta artificiosità del prog opposta alla genuinità del rock'n'roll.
Quello che manca a queste ottime sonorità dure, secondo me, sarebbe uno sfociare ogni tanto nel noise, nel quale la band si sarebbe dovuta lanciare in un'improvvisazione a briglie sciolte, su una pioggia di dissonanze e tortuosi cambi di pattern.
Ma la linearità, in questo caso, non è un difetto. D’altronde non stiamo mica ascoltando i King Crimson.

Clov