lunedì 31 gennaio 2011

Les spritz – Payaso


Etichetta: Lemming records, Whosbrain records, Hysm?, Head records
Genere: hardcore, jazz-core

I Les spritz sono un trio siciliano, una band instabile, mutevole, creativa.
Già da un po’ di tempo in circolazione (il loro primo disco, Frankie Banana goes to the black sands, è datato 2007), propongono sonorità complesse, live oltraggiosi e violenti, che esplodono subito in un lisergico sferraglio.
Il disco è composto da virtuosismi jazz-core tanto accademici quanto brutali, tempi così inesorabilmente metronomici che suonano come un’ondata di distruzione, dei passaggi attraverso dei fiati quasi a riprendere la levità canzonatoria della formula jazz, di contro alla seriosità apocalittica hardcore, un certo punk d'evasione, nobilitato da un'impressionante e concentratissima serie di distorsioni chitarristiche, fino ad un’esplosione che è il suono grunge anni 90. Il finale è un piccolo inno a un meditato nichilismo.
Con questo terzo disco il gruppo raggiunge alti vertici esecutivi: sembra un ensemble da camera, hardcore però.

Clov

giovedì 27 gennaio 2011

Carmelo Amenta – L’erba cattiva


Etichetta: Barbie Noja Records, Engine of saturation Records
Genere: cantautorato, alternative rock

Se quando ascoltate i primi brani di questo disco vi viene voglia di risentire la voce di Edoardo Bennato, non sorprendetevi e aspettate che A volte vi riporti indietro di trent’anni.
Il cantautorato di Carmelo Amenta è elegante, morbido nelle linee, a tratti grintoso negli arrangiamenti chitarristici. Il linguaggio è personale, vivace, capace di raccontare con precisione e gusto ermetico un microcosmo privato, ingegnoso nel dribblare elegantemente i luoghi comuni e il frasario impacciato di anni e anni di italiche canzonette su infelici e cuori spezzati e, pur restando nell’ambito “musica leggera italiana”, si allontana dai dettami di un certo music business, assecondando la sua scrittura poetica stratificata di immagini.
Un album vario, tra cantautorato e alternative rock con punte di jazz, apprezzabile nelle intenzioni, ma ancora piuttosto fragile e acerbo, soprattutto nello sviluppo del tema musicale, decisamente poco originale per quanto sincero.

Clov

mercoledì 26 gennaio 2011

William Wilson – Just for you not for all


Etichetta: autoprodotto
Genere: acustico, folk, pop

William Wilson ci regala dieci perle di ottimo folk d’autore, fortemente melodico e avvolgente, un misto tra poeta maledetto ed eleganza e grazia, tra Micah P. Hinson e chansonnier francesi.
Non a caso, per i testi, il cantautore siciliano prende in prestito le poesie di Boris Vian e le liriche beat di Gregory Corso, per un totale di sei tracce dalle linee melodiche semplici che a volte, purtroppo, toccano il picco della noia, e coverizza Incurable dei Piano magic e la favolosa Song to the siren di Buckley padre.
Interamente di William sono le ballate Wonderful Nightmare e Red Iron Man dove la voce viaggia sempre su discreti livelli, tra atmosfere oscure e delicatezze acustiche.
Un album che scorre via senza sussulti, gradevole ma prevedibile, ma che ne attesta comunque l’onestà come artista.

Clov

giovedì 20 gennaio 2011

My foolish heart – Sootiness, sonsy girl


Etichetta: autoprodotto
Genere: folk pop, acustico, country

Ci sono artisti capaci di cantare uno stato d’animo e di rappresentarlo alla perfezione con pochissimo. Caterina Sandri è certamente una di questi. E lo fa semplicemente. Basta concentrarsi sui pochi elementi chiamati in causa per perdere il contatto con tutto il rumore e trovare pace in queste quattro tracce, senza alcun bisogno di forzature, accostando alla chitarra di Stefano Ordazzo, ora un piano, ora un flauto struggente, ora delle leggere percussioni, rispettando strofa e ritornello.
Un Ep, in attesa del disco ufficiale dal titolo provvisorio Dreamy head, composto da due inediti, la felice ispirazione di Sootiness, sonsy girl e la morbida Afternoon's nuisance, e due cover, Let me down easy di Chris Hillmann e Roger McGuinn, e You doo right nientepopodimeno che dei Can.
Genio e capacità espressi in un ottimo disco che vi farà sembrare più vicina la primavera.

Clov

mercoledì 19 gennaio 2011

Fauve! Gegen a rhino - Namegivers' avenue


Etichetta: Tannen records
Genere: sperimentale, elettroacustica

Per una mente liberata dalla schiavitù dei suoni convenzionali e resa ipersensibile al fascino delle minuzie quotidiane, anche i rumori possiedono un soffio vitale, una deità mondana da testimoniare e rispettare.
All’utilizzo di un elettronica più glicth, fatta di frequenze disturbate e suoni in bassa fedeltà, i Fauve! Gegen a rhino accostano rumori freddi e muri di synth, ritmiche che spingono o incalzano lente e potenti. Musica per aeroporti teorizzò qualcuno qualche anno fa, ma questo è un disco che sa di città, di strada, ma anche di piccole stanze dove cercare e trovare pace, dove quello che succede fuori arriva ovattato, filtrato.
Un album ben fatto, contenente tante di quelle cose che hanno bisogno di ripetute dosi di ascolto, magari accompagnate da qualche sostanza allucinogena per riuscire a capirle tutte, messe lì a farsi scoprire ascolto dopo ascolto.
Musica che strizza l’occhio ai grandi vecchi capolavori dei Tasaday, ai più recenti sbalzi di umore musicali di Claudio Rocchetti o i Fannullare (giusto per citarne alcuni a caso), alla faccia di chi dice che questa è musica che si ascolterà tra vent’anni o che nessuno, in Italia, fa ancora questo genere di cose.
Namegivers' Avenue non è quel che si definisce un easy-listening, ma indubbiamente funziona.

Clov