domenica 30 settembre 2012

Monrows – Mazel tov


Etichetta: I make records
Genere: folk

I Monrows sono una “piccola orchestrina” composta da sei giovani(issimi) salernitani, dediti al miscuglio tra folk balcanico e klezmer, ritmi sfrenati e dolci nostalgie.
Un disco che diverte e commuove, un paesaggio sonoro di fanfare gitane e lunghe gonne mosse dal vento, racconti strettamente legati tra humour e malinconia (Mazel tov, Habanera, Wrinkles, It hurts).
Nulla di eclatante e poche novità per un cd dedicato agli amanti del genere folk, agli appassionati dei saltelli alla “notte della taranta”, per tutti quelli in cerca di una scusa per divertirsi in piazza, pogare, ubriacarsi e far casino, per i fan incalliti delle musiche orecchiabili…che sono poi la forza dei Monrows.
Non tutto il lavoro è ben riuscito ma, data la giovane età e la poca esperienza, siamo solo all’esordio. Mazel tov…buona fortuna!

venerdì 28 settembre 2012

Rev rev rev - Hypnagogic visions


Etichetta: autoprodotto
Genere: shoegaze

I Rev rev rev si potrebbero definire una band shoegaze dal suono molto cool come andava di moda verso la fine degli anni ‘80 - inizio ‘90, grazie a gruppi come i My bloody Valentine, i Jesus and Mary chain o l’incrocio tra le melodie dolci e le distorsioni noise-rock tipiche dei Ride.
L’Ep d’esordio si apre con Silent siren, un noise-pop sconvolto da un turbolento ritornello e si chiude con Jaime, brano indie-pop tirato fino allo spasmo. In mezzo ci sono chitarre sgangherate, violenza, voce pulita e pacata sposata con un inferno strumentale.
A volte ricordano gli italiani Marigold (senza la produzione di Amaury Cambuzat) seppure decisamente più grezzi, ma nel complesso Hypnagogic visions è un piccolo lavoro che sicuramente gli amanti del genere apprezzeranno.

mercoledì 26 settembre 2012

Fuochi di paglia – Del carciofo e di altre storie


Etichetta: autoprodotto
Genere: cantautorato folk

Carciofo da pinzimonio e La ballata di Maria sono sicuramente due singoli azzeccati: suoni facili, voce calibrata e testi ironici nella migliore tradizione toscana.
Questo primo Ep ha senz’altro il merito di suonare sincero e lasciarsi ascoltare con piacere dall’inizio alla fine, con Gabriel Stohrer (chitarra e voce), Cristiano Minelli (contrabbasso) e Stefano Nassi (percussioni) dotati di un innegabile talento compositivo ed uno spiccato gusto per la sobrietà degli arrangiamenti.
Potremmo definire queste sei composizioni che compongono Del carciofo e di altre storie, canzoni folk incasellate con grazia e passione quasi artigianale, con venature bizzarramente pop, cazzeggio e sezioni rockeggianti magnificamente amalgamati in un che di virilmente malinconico, in una musica pacata, ariosa, fresca.

giovedì 20 settembre 2012

Settore giada – Per Elisa


Etichetta: Seahorse recordings
Genere: dreampop, postrock

Io non so cantare. Non so nemmeno leggere una poesia, interpretare un testo, senza avere una inflessione ridicola. Succede. Per questo quando suono con qualcuno non canto, non parlo, mi muovo a malapena, lascio fare agli altri, ormai me ne sono fatto una ragione e vivo meglio. Ho provato una volta, ma al progetto abbiamo preferito le chiacchiere al baretto.
Peccato, perché la musica composta dal duo svizzero che si cela dietro il progetto è così: un bellissimo mix di parole sofferte, flussi sonori impalpabili, colpi di cassa ben piazzati e pause meditative. Ali Salvioni (voce, basso, hang, drum programming) e Alan Bagge (batteria) non hanno spazio per visioni limpide e serene, inghiottiti in un tunnel di immagini buie e soffuse forgiano un suono che fa pensare ad un fiume color nero pece, inquietante come il cingolato in copertina.
Purtroppo ad accompagnare la successione dei brani c’è sempre quella voce che sembra essere messa li per caso. Si tratta comunque del loro disco d’esordio, c’è tutto il tempo per recuperare.

sabato 15 settembre 2012

Le capre a sonagli – Sadicapra


Etichetta: Appropolipo Records
Genere: indierock

Le capre a sonagli, anche se con Sadicapra presentano solamente il loro secondo disco, hanno alle spalle una storia musicale che non è proprio da esordienti. Suonano infatti dal 2000 sotto il nome di Mercuryo Cromo (Nuovi Colori, 2005; Mercuryo, 2008; Tormenta, 2009) e prendendo le sembianze di Capre nel 2011 con la presentazione dell'album omonimo.
Il sound proposto da Le capre a sonagli si discosta anni luce da quello della band precedente, ricordiamo infatti come i Mercuryo Cromo siano dediti allo stoner-rock, mentre le Capre spazino più sull’indie, l’hard-rock, l’alternative folk che potrebbe ricordare Capossela, vicoli chiassosi mescolati all’elettronica, il tutto patinato da un’ottima vena low-fi.
Una debordante e onnivora follia creativa distribuita in dieci brani, per qualcosa di sincero e dalla forte identità musicale, emozionante ed impegnata. I piedi e il bacino si muovono da soli, non ci si può far niente, e a quel punto vale la pena anche accendere il cervello.