venerdì 25 novembre 2011

Astolfo sulla luna – Moti Browniani


Etichetta: autoprodotto
Genere: alternative rock, post rock

Già dal nome della band si intuisce il loro spirito sognatore e visionario e dal titolo dell’ep si comprende, e si ama, il loro approccio caotico e sconvolto alle melodie (come recita la buona vecchia Wikipedia: con il termine moto browniano si fa riferimento al moto disordinato delle particelle presenti in fluidi o sospensioni fluide).
Queste cinque tracce sono ossessioni di una psiche sconvolta, provocazioni letterarie (Camus, Orwell o Shakespeare solo per citarne alcuni), canzoni dal fascino ipnotico che il basso regge con una manciata di note. Verfremdungseffekt è precisa, aggressiva e incalzante, dove al crescere del caos tribale accorre la voce che lancia urli liberatori. Le successive 2 minuti d’odio e Nient’altro che un buco vuoto nel quale si agitano le ombre delle mie passioni, sono costituite semplicemente da una chitarra elettrica energica e graffiante, il basso corposo e trascinante, la batteria che sa essere brillante e potente quando serve e la voce tirata al limite delle possibilità, con un attitudine da rocker consumata.
E si continua con un suono attuale ma fatto di roba vecchia, come chitarre fuzz e amplificatori valvolari, di quelli belli grossi, un suono sporco, aggressivo e distorto, voce calda (Fino all’ultimo battito). Le fiondate sghembe della chitarra di Dick Laurent è morto sono il degno complemento di questa sezione ritmica.
Immediatezza, freschezza e invenzione sonora, queste sono le qualità che trasudano dai solchi di Moti Browniani.
Se queste sono le premesse, non ci resta che aspettare un album più consistente.

il disco è inoltre in freedownload su: www.astolfosullalunaofficial.wordpress.com

domenica 20 novembre 2011

Dasauge – You’re dead and it’s all your fault


Etichetta: I make records
Genere: alternative rock, post rock

L’inizio di questo debut album dei Dasauge (il nome è un omaggio a Paul Klee) è una scarica di adrenalina, ritmi incalzanti, riff semplici ma di un'efficacia stupefacente. Basta ascoltare le iniziali Carapace, Hiroshima e Legs per farsi subito una bella idea.
E quando si inizia a pensare che il disco sia solo questo, cambio di ritmo, di melodia, batteria martellante, riff ossessivi e assoli di chitarra distorta, ecco che la band partenopea sterza improvvisamente conducendoci verso quei terreni post-rock tanto amati da gruppi come Mogwai o Tortoise, alternanze tra quiete e turbamento (The first time I’m dead, Building an empire).
On a frozen lake alterna momenti rilassanti a escursioni più rumorose, subito prima delle dilatazioni strumentali di Life on earth is overstimated ed il bellissimo finale di I’m sorry but I’m not sorry, in cui batteria e chitarra distorta si incontrano in un assolo onirico.
Le carte vengono fin qui sono giocate con gran maestria. È fisiologico, adesso, un attimo di smarrimento, ed è provvidenziale The day Brea Lynn met Tory Lane (si, si, proprio loro), un pezzo che si insinua pian piano nelle orecchie e sale su fino al cervello, un’oasi di serenità e allo stesso tempo di smarrimento.
Con Rorschach (si, si, proprio lui) torna il marasma sonoro, di quelli pesi, che ti lasciano in testa, dopo l’ascolto, ancora un eco di quel muro violento di suono, seguito dall'arpeggio ipnotico iniziale di Sink or swim, portato per mano dalla batteria, ed il crescendo melodico di Never been here, dai toni malinconici e sognanti. La finale Disasters and wonders (con tanto di ghost track al seguito) è un tappeto di sensazioni dipinte con la musica nel suo lento coagulare sanguigna materia chitarristica.
Ottimo compromesso compositivo tra schiettezza musicale e sperimentazioni.

lunedì 14 novembre 2011

Vinci i biglietti per il PIMI 2011 (targhe MEI della musica indipendente)

Massimo Volume, Quintorigo, Paolo Benvegnù, Brunori Sas, Valentina Gravili, 42 Records e Giacomo Fiorenza sono i vincitori del PIMI - Premio Italiano Musica Indipendente 2011, ovvero il premio più importante della musica indipendente italiana, assegnato ogni anno dal MEI.
Gli artisti verranno premiati e si esibiranno domenica 27 novembre 2011 a partire dalle ore 21, presso il Teatro Kismet di Bari, all’interno della XV edizione del MEI in programma dal 25 al 27 novembre al Medimex che si tiene alla Fiera del Levante di Bari dal 24 al 27 novembre.


Ricordiamo che il  PIMI - Premio Italiano Musica Indipendente, è organizzato dal Mei - Meeting degli Indipendenti ed è oramai uno storico premio del settore ed ha laureato artisti poi saliti alla ribalta nazionale nel tempo come Afterhours, Baustelle, Negramaro, Casino Royale, Perturbazione, Le Luci della Centrale Elettrica, Dente, Calibro 35 e tanti altri, mentre il Medimex, la prima grande fiera di musiche del Mediterraneo, è in programma, insieme al Mei, il 25, 26 e 27 novembre alla Fiera del Levante di Bari con un’anteprima il 24 novembre.

Ecco i vincitori che si esibiranno:
Miglior disco: Massimo Volume (www.massimovolume.it)
Miglior gruppo: Quintorigo (www.quintorigo.com)
Miglior solista: Paolo Benvegnù (www.paolobenvegnu.com)
Miglior Live: Brunori Sas (www.brunorisas.it)
Miglior autoproduzione: Valentina Gravili (www.valentinagravili.com)
Miglior etichetta: 42 Records (www.42records.it)
Miglior produttore artistico: Giacomo Fiorenza (www.it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Fiorenza)

Il PIMI ha inoltre deciso di assegnare un premio speciale al trombettista sardo Paolo Fresu per la neonata etichetta Tuk, licenziata dalla nuova realtà My Favorite Records del discografico Patrizio Romano (ex EMI-Blue Note), per l'aver intrapreso un percorso di valorizzazione e produzione di musicisti italiani sul territorio e all'estero, con passione e audacia, in un periodo di crisi per la scena discografica del nostro paese.

www.meiweb.it


PER POTER VINCERE I BIGLIETTI E PARTECIPARE ALL’EVENTO BASTA INVIARE IL VOSTRO NOME, COGNOME E INDIRIZZO A:

giovedì 3 novembre 2011

Amycanbe – Mountain whales


Etichetta: Open productions
Genere: elettronica, alternative

Dopo la favolosa e suggestiva elettronica di The world is round, Ep che ha anticipato l’uscita di questo disco, gli Amycanbe tornano con il loro secondo full length, Mountain whales: eccoci al difficile secondo album.
Le forme di base sono le stesse ascoltate in passato, quelle fragili, intense e notturne, e su quelle basi gli Amycanbe imbastiscono di volta in volta piccole, umili gemme, traboccanti di lacrime e di bellezza, per un disco di perfetto equilibrio sonoro.
Già nel magico anthem di apertura (My love) ritroviamo la suadenza delle linee vocali di Francesca Amati, autrice inoltre dei testi, la cui fluviale ispirazione non conosce pause e le sue narrazioni prendono tutte le forme a lei care in un perfetto stato di grazia.
A scandire il tempo è l'insinuarsi della musica nello spazio, una coltre di sibili elettronici che accompagnano le invocazioni notturne, il richiamo al calore dell'abbraccio di Truth be told o Ask me. Bellezza e instabilità sono invece gli aspetti inscindibili delle successive Buffalos e Your universe, rifinite, intime, religiose e insieme vitali.
Ma è con Different che si intuisce appieno la qualità di un disco praticamente perfetto, arrangiamenti eterei e sperimentali, lieder pianistici sul finale, un leggiadro colpo che azzera il silenzio.
Il tutto è celestiale. Fascinoso, elaborato e consapevole. Seconda prova superata.

Clov