mercoledì 27 giugno 2012

Lady Ubuntu – Piuttosto che incontrarvi farei bungee jumping


Etichetta: Big Ramona
Genere: art-rock

C’è qualcosa che non (mi) convince in questo lavoro dei Lady Ubuntu.
Eppure non è nemmeno un disco da usare come sottobicchiere: le idee ci sono, addirittura troppe, l’espediente di fare musica con due programmi open source e gratuiti non è niente male, i suoni grezzi e low-fi sono (il mio) pane quotidiano e la “Slam Poetry” dei testi, per quanto possa sembrare fastidiosa, è diretta e necessaria.
Il disco in sostanza è qualcosa di completamente inatteso ma alla fine forse prevedibile, strutturato come una sorta di piccolo e scarno accompagnamento musicale all’espressione di sentimenti di paura-fastidio-repulsione-rabbia, con una fisionomia coerente e continua.
Quello che influenza e incuriosisce in questo Piuttosto che incontrarvi farei bungee jumping, è l'attitudine alla musica non la musica soltanto, le melodie polarizzanti e semplici, il modo di percepire ogni cosa che si ascolta, vedi o fai e la traduzione in testi ironici e diretti.
Sarà però che questo disco mi ricorda troppo l’ultimo (inutile) lavoro de I cani o de Lo Stato sociale, sempliciotto nelle note e paraculo nel testo, sarà il caldo, sarà che i vicini urlano ad orari improponibili non facendomi dormire, ma c’è qualcosa che non (mi) convince in questo lavoro dei Lady Ubuntu.

lunedì 18 giugno 2012

Beeside – Mood spirals


Etichetta: Seahorse records
Genere: indie-folk

L’insostenibile leggerezza dello stare in spiaggia. Questa è l’atmosfera che si respira nel primo lavoro di Beeside, progetto dietro il quale si nasconde il sassarese Federico Pazzona.
L’amore per le sonorità di matrice britannica non sono per nulla nascoste dal cantautore, che ci propone dodici brani, dodici potenziali singoli, frutto di un’ottima miscela di sonorità cantautorali, folk da spiaggia e semplice rock con tanto struggimento all’inglese.
Interessanti gli arrangiamenti di Keep your mouth shut e Fifteen children, i testi di The good things you’ve done e Mood spirals, e le eleganti e visionarie Migraine e Touch the ground.
Un formato astutamente folk, tragicomico, dannatamente estivo. Beeside è sicuramente un’entità da cui puoi attenderti un bel po' di cose.

martedì 12 giugno 2012

Mole – What’s the meaning?


Etichetta: RareNoise records
Genere: modern jazz

È da un po’ di tempo che l’etichetta di Eraldo Bernocchi e Giacomo Bruzzo ci sta abituando ad un tipo di musica “ricercata” con un insieme di artisti che spaziano dall’elettronica e l’ambient all’indierock, dalla dub alla drum'n bass.
Ora è la volta dei Mole, ennesima “superband” che gioca con la maglia della RareNoise records, composta dal pianista messicano Mark Aanderud (è quello che suona le parti di piano in Octahedron dei The Mars Volta), il batterista Hernan Hecht (Junk mail, Brainkiller), il chitarrista David Gilmore e Jorge “Luri” Molina al basso, per un quartetto di matrice jazz moderna.
Sono soprattutto gli elementi di solismo di Aanderud a guidare e mettere in sintonia il resto della band, dando un contributo decisivo a far decollare la musica del quartetto verso un’intensità ed un’originalità di espressione decisamente non comuni. Otto tracce di buon virtuosismo, a volte eccessivo (vedi le lunghe PB e Trees and the old new ones) a volte necessario (Stones, What’s the meaning?, Greenland), per più di un’ora di musica che non mancherà di interessare i cultori del genere.