Genere: pop rock, rock autorale
Dopo anni di gavetta, partecipazioni a numerosi live e manifestazioni, la band pugliese pubblica il suo primo disco ufficiale: 29 Febbraio (lo squilibrista).
Così com'è, il disco è disomogeneo, appare incerto e non perfettamente riuscito, ed è un peccato perché la prima accoppiata di canzoni è un vero gioiello che non si smetterebbe mai di ascoltare.
Con L’urlo e Psychoman siamo dalle parti di un hard-rock che non fa sconti di alcun genere all'appeal da canzonetta, per poi passare ad un collage musicale straniante che spazia da ballate in cui latita un minimo di fascino (La canzone di Natale) fino a sprazzi folk, improbabile ballata bucolica (Godot).
Poi, dopo la nomadiana Ormai andato, con tanto di leggeri coretti da parrocchia, ecco che con Un tipo chiamato Destino si torna a guardare al di là dell'Atlantico, anche grazie a L’eternauta e le sue chitarre amplissime e delicate, perfettamente diluite nel brano.
Per tutte le dieci tracce non si riesce a trovare quella sintesi di spirito e materia così fortemente cercata. Peccato per i numerosi deja vu musicali.
Clov
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