lunedì 3 gennaio 2011

Trivo – Emoterapia

Etichetta: autoprodotto
Genere: indie rock, cantautorato

Quando ho ricevuto la mail di Trivo ho subito pensato: "Cazzo, ecco un altro cantautore con chitarrina acustica sulle spalle, parole dolci che tanto piacciono ai giovani di X-factor o Mtv, accompagnate da melodie di merda". Maledetti pregiudizi, questo disco è fantastico.
Nonostante le 17 tracce, il disco è molto compatto e stimolante, i brani scorrono piacevolmente e non si avverte mai una sensazione di noia o di "già sentito".
Proprio l'ampio numero di canzoni è il punto di forza di Emoterapia. Infatti, in questo grosso calderone ci sguazza piacevolmente un post-grunge duro e incisivo, pieno di distorsioni chitaristiche come in Ratio me fugit, ma anche suoni più ammorbiditi come la ballata Ho un gatto nel cervello o Tu non sei normale in cui si alternano rabbia e melodia. Psichedelia distorta e oltremodo inquietante di Ho bisogno di qualcosa di cui non ho bisogno o Nero, alternati a momenti più energici che prendono la forma di piccole schegge noise-punk, come nel caso della devastante La mia donna è un pagliaccio opulento o dell'incazzatissima Piccola perdita di sostanza polpastrello, per terminare con una commovente Kisstarsky.
Ci puoi trovare quello che preferisci. Ed io, investito da questo turbinare di fatti e di emozioni, mi riascolto ancora una volta Emoterapia.

Clov

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