lunedì 29 ottobre 2012

Makhno – Silo thinking


Etichetta: Wallace records, Hysm?, Brigadisco, Neon paralleli
Genere: avant-noise

Makhno è il one man project di Paolo Cantù…bene potremmo anche finire qui.
Un’opera che continua il lavoro che questo personaggio chiave della scena underground italiana ha iniziato anni fa con i Tasaday e gli Uncode duello col compagno d’avventura Xabier Iriondo. Sperimentazioni di alto livello come non se ne vedono in altri ambiti culturali nel nostro paese, una chitarra che mangia la scena, tra la nausea e il disprezzo, ritmi precisi e grezzi accompagnano la voce di Cantù/Makhno, le registrazioni di Ulrike Meinhoff (Ulrike), la “politica” La Makhnovtchina (omaggio all’anarchico ucraino Nestor Makhno) o quella dell’unico ospite del disco, Federico Ciappini (Six Minute War Madness), in Custer.
Dire che Makhno è solo sperimentalismo e avanguardia è una semplice velleità. Silo thinking è un distillato di industrial e noise, rock acido ed elettronica, musica compatta, assortita e affascinante, piccoli e duri capolavori sbattuti dritti in faccia.
Se si fosse trattato di un duello con le spade, staremmo già sanguinando.

sabato 20 ottobre 2012

Luc Orient – La vie à grand vitesse


Etichetta: Lademoto records
Genere: pop contaminato

Sono stati una delle new wave band italiane più interessanti negli anni ‘80 (dicono), poi sono caduti nel dimenticatoio proprio come il personaggio a cui si ispira il loro nome, Luc Orient appunto, fumetto appartenente alla scuola franco-belga apparso in Italia tra il 1967 e il 1975. Ricompaiono nel 2003 con un cofanetto di demo, remix e inediti (The white box), nel 2009 con un Ep (Killer Joe/Onion Gum) e oggi con questo La vie à grand vitesse.
A volte capita che una band abbia voglia di cambiare musica, anche se quello che ha fatto fino a questo momento è stato tra le cose migliori che la propria scena abbia prodotto (dicono). Ed è successo anche a Piero Pieri e Rrok Prennushi i due versatili musicisti burattinai del progetto, inventori di un sound inconfondibile e di uno stile big-beat che se sfruttato meglio, sarebbe potuto essere definito geniale.
La vie à grand vitesse non assomiglia a nulla di quanto già prodotto in passato, ma si potrebbe inserire in quel filone di black music, elettropop e ritmi in levare che guarda ancora spudoratamente agli anni Ottanta e che sembra non volersi esaurire. Non stupitevi di trovarci dentro suoni affaticati, linee melodiche semplici, flemmatiche e trascinate, stanchezza di suoni pimpanti e divertenti in nome di una certa maturità artistica. Il tutto è senza dubbio molto ruffiano ma molto ben orchestrato: ogni dettaglio, dalla sonorità delle parole ai minimi inserti ritmici è essenziale, e sarebbe riduttivo dire che i Luc Orient abbiano buttato nel frullatore sonorità diverse per vedere che ne veniva fuori. Dietro al carrozzone sonoro ci sono molto studio e talento questo è vero, ma a me sembra troppo torpido e tedioso…superato.

domenica 14 ottobre 2012

Sunday recovery – Coma


Etichetta: Mazepa records
Genere: alternative, stoner

Un disco italiano ma cantato in inglese, che riunisce quattro interessanti personalità musicali della scena indipendente nostrana. Un’influenza incontestabile del progressive accostata a tematiche attuali sono gli ingredienti cardine di questo loro primo lavoro.
Stratificazioni di arpeggi di chitarra si aprono su un ritornello semplice quanto efficace (Private joke), la ballad Coma sembra aprire una parte del disco più intima ma sempre sorretta da muri di chitarre, spinte e strattonamenti danno vita a Young blood, verso le sensazioni più eteree ed esistenziali di Another place, mentre Pornstar rialza l’attenzione con l’ennesimo ritornello trascinante. Con In Front of You e Side C troviamo, e ascoltiamo soprattutto, la presenza di Colin Edwin, bassista dei Porcupine Tree, a confermare le influenze prog della band, incastonate con uno scontroso stoner il quale mette in pericolo le limpide linee melodiche della voce dall’apparente incertezza sonora, da un equilibrio precario, dai suoni saturi e distorti delle chitarre.
Fra i vertici di questo disco la struggente Press play on tape ed il colto patchwork di Life_sweet.com.

mercoledì 10 ottobre 2012

Brahaman - Anche il più ottimista


Etichetta: Seahorse Recordings
Genere: alternative rock

Difficile descrivere un disco che ha poco di innovativo ma che senza dubbio è di alta qualità.
I Brahaman mantengono una linea che passa dalle sonorità vintage del rock alla canzone d’autore, e che li ha fatti arrivare a calcare numerosi palchi in Italia con ottimi consensi di pubblico e di critica, ottenendo anche un sostegno da parte di Radio1 Rai. Due Ep alle spalle (Diecilire e Il nero batte tutti) e un manifesto d’intenti portato avanti sin dalle prime opere: inquiete melodie in cui si innestano testi profondi, racconti di vita, tristemente note stragi (‘92, brano sulla strage di Via D'Amelio) e problemi generazionali.
Si annusa del rock “alternativo” nell’aria, e la partecipazione di Manuel Agnelli in Superbia ne consolida il profumo. Riecheggiano le lente ballate folk Lanegan-style, qualcosa dei Wilco, momenti pop alla Coldplay, schitarrate mangia-scena alla One dimensional man.
Un ascolto solo è stupido per comprendere a fondo questo disco, che rischia di essere catalogato come l’ennesima arruffianata rock, bisogna avere pazienza. Se poi continua a non piacervi potete tornare ad ascoltare i Mercury Rev.

giovedì 4 ottobre 2012

FULk∆NELLI – S/t


Etichetta: Lemming Rec, OFFSET Rec, Blinde Proteus Rec
Genere: noise

Un bel giorno Paolo VulKan Mongardi, dopo un glorioso passato (e presente) vissuto in svariati gruppi che personalmente adoro (Jennifer Gentle, ZEUS!, Ronin, Fuzz Orchestra) decide di fondare un duo insieme al “Gran Mastro della 6 corde” Kristian Helio Naldi. L’occasione è quella di uno split-tape diviso col sassofonista russo, Belokurov VS Marziano (Hiroshima Rocks Around) e prodotto da Lemming Records e Hysm?.
Groove brutali la fanno da padrona in questi tre pezzi che compongono l’album, per un totale di quasi quarantadue minuti di continui e malsani suoni laceranti, un bombardamento di accordi sparati con convinzione e cattiveria, cadenzate e logorroiche vibrazioni sonore.
Il noise espresso in questo lavoro è di alta qualità, poco melodico, originale e ben costruito…questo disco vi porterà inevitabilmente ad amare questa band.