mercoledì 16 febbraio 2011

Glitterball – We couldn’t have dreamed it


Etichetta: Seahorse Recordings
Genere: synth-pop

I Glitterball sono un minestrone portentoso che inghiotte lo scibile pop di trent’anni fa, si fa accarezzare dall’elettronica e dal synth-pop, alchimie di psichedelica e alcune caramelle pop-funk, per un disco fedele alla cara vecchia arte dell’easy listening.
Pop scintillante, biodegradabile, prodotto per piacere, possibilmente a tutti.
Un album vivo e dinamico, pulsante. We couldn’t have dreamed it mescola raffinate ricerche sulla canzone pop, flirtando con il coevo glam ed una strana parte della musica dance dagli anni 70 ad oggi (During an easy conversation, Monday to Friday, I don’t wanna go to work).
L’after-punk elettronico la fa da padrona in Noise into my head, per poi proseguire con Ab ed i riff hard-rockeggianti di kinksiana memoria di Nerd, da cui si esce con giramenti di testa e arti in automatico movimento.
All’improvviso l’aria si è riempita di stravaganza pacchiana.

Clov

4 commenti:

  1. Cazzo, sembrava una figata...cos'è la stravaganza pacchiana? Come si è insinuata all'improvviso??

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  2. Ma era un complimento? ehehhehehe...cmq figa sta recensione!

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  3. certamente che è un complimento..."pacchiana" nel senso di modo di essere stravagante e appariscente, privo di decoroso equilibrio intendo, così mi è parso il disco...non nel senso di grossolano o poco fine.

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  4. effettivamente barbara sica è indecorosa

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