Genere: classica, piano solo
Questo strano personaggio che si cela dietro lo pseudonimo di Alexander de large è una figura decisamente originale nel panorama musicale nostrano.
Fin dai tempi delle prime pubblicazioni proprio come Alexander de large, o con i Texans from Bari, la sua musica ha percorso un crinale fra minimalismo e pop low-fi. Parente stretto di progetti come gli Altierjinga lepers o gli A kind of pigeon, De large qui abbandona l’uso della chitarra e degli altri strumenti per rispolverare il suo vecchio pianoforte, con un’attitudine ed un'inquietudine che rimedita con molta serietà.
Un lavoro a suo modo gustoso e vivace. Oltre al pregevole pianismo, Adl esibisce, per parte sua, la capacità di non adagiarsi su una formula, ma offrire di brano in brano situazioni diverse e sempre convincenti, sensibilità poetica da una parte (The animal kingdom would probably cease to exist without smegma), e malinconia profonda commista a dolcezza dall’altra (Wikipedia don’t know shit about love), abile nel forgiare piacevolissime atmosfere e regalare una leggerezza d’animo e di pensiero come raramente succede (Canard digérateur, All know multicellar organism eventually die).
Ma a parte tutte queste inutili parole, il senso del disco è uno solo (e avreste già dovuto capirlo da soli, Stronzi): VAFFANCULO GIOVANNI ALLEVI!
Clov
pianismo? ma chi è che scrive sta roba?
RispondiEliminaquesto è pianismo
http://www.youtube.com/watch?v=lAMGnm8ImNQ
ehi ehi non scherziamo sui thailandesi...hanno dei sentimenti anche loro
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