Genere: post-rock
Quartetto post-rock italiano, originario di Pescara, che rimanda in maniera esplicita ai cardini di quel post-rock che ha avuto in Godspeed You!, Mogwai e Black Emperor, i suoi insuperati maestri, rielaborando la lezione dei capostipiti di questo tipo di musica col giusto spirito per rendere fresche, vibranti e sufficientemente personali, composizioni tutte incentrate sugli aspetti emotivi.
Felice la linea purissima delle melodie, avvolgenti le armonie vocali, intriganti e non banali timbri, orchestrazione e arrangiamento esemplari (Canto primo, Negli angoli).
In penombra è suonato discretamente e arrangiato con gusto, attraversato da impalcature poco convenzionali. Canzoni minimali e dirette, come ad esempio gli impeccabili pezzi solo strumentali di Xenon, Finis terrae e O cebreiro messi in una perfetta sequenza, che si scontrano con le limitazioni di un post-rock in lingua italiana (Quale luce, In cerchio).
Gaia evoca spettri coi suoi suoni ciondolanti e le armonie vocali ardite, fino ad infrangersi nel consueto marasma chitarristico di Penombra.
Oltre alle ritmiche inappuntabili e ai crescendo elettrici, quasi sempre graduali e controllati, per il resto sono le atmosfere ovattate, oscure e romantiche a farla da padrone (Maree, Montagne), ed in questo ritroviamo il fedele tocco dell’onnipresente Amaury Cambuzat.
Possiamo dire che questa prova è stata ampiamente superata, anche perché dimostra una crescente maturazione del percorso che i buenRetiro hanno intrapreso anni fa, prima con i due lavori autoprodotti (Ruggine perfetta del 2001 e Demodé del 2004) ed il successivo Escargot del 2007, uscito sempre per l’impeccabile DeAmbula Records.
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