Genere: grind, metal
Monolitici, possenti e atmosferici, la giusta dose di colore e varietà con intrecci di chitarre e continui cambi di scena tra un oceano di distorsioni e piccole parentesi di delicatezza.
Gli Obake sono la nuova creazione di Massimo Pupillo con l’incontro delle chitarre di Eraldo Bernocchi, la batteria di Balazs Pandi e la voce di Lorenzo Esposito Fornasari: un’operazione abbastanza riuscita che rifuggire dai clichés di quel jazz-metal che Massimo Pupillo ha contribuito ad inventare con gli Zu, per un'alchimia stimolante ottenuta trasponendo certe frange del metal nel linguaggio del doom.
Questo disco sembra inasprire i toni con un suono violentissimo, ma allo stesso tempo snellisce le eccessive dilatazioni attraverso escursioni nelle tetre lande stipate oltre il metal, oltre il grind-jazz, l’alterazione psichedelica, inquietudini progressive e accelerazioni sludge.
Veri assedi sonori come Human genome project o Destruction of the tower, si susseguono ad altri brani come The end of it all, Ponerology e Grandmother spider, un profluvio di tecnica e ispirazione di gran pregio, tanto originali quanto versatili, curati in ognuno dei loro mille dettagli con soluzioni tecniche sempre singolari e audaci.
Clov
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