lunedì 12 settembre 2011

Lemmings - Teoria del piano zero


Etichetta: La Grande Onda, MalaTempora
Genere: pop-rock

Sostanzialmente una band che sa giocare bene le sue carte, senza azzardare molto, con piccoli espedienti, piccoli intermezzi da chitarra da brivido, la batteria che è un cingolato di cotone e grande maturità linguistica: virtuosismo tecnico abbracciato a una scrittura pop intelligente ed emozionale.
In La spirale delle formiche la voce di Ra-B (al secolo Emiliano Rubbi) si impone e sembra prendersela con una timida chitarra, per poi passare a Grune linie dove diventa velocissima, tra il gioco di scioglilingua e l'urlo punk, fino a sovrapporsi candidamente a quella di Luna in Laura.
La ritmata e convulsa E così sia ci prepara all’allegro intermezzo di Una risata ci seppellirà strettamente collegata con la successiva Il corso degli eventi, mentre la finale Teoria del piano zero è la conferma che i Lemmings, allontanatisi dalle sonorità che ne avevano caratterizzato l’esordio, si sono riusciti a costruire uno stile del tutto personale, con sprazzi di sana e robusta energia.
Il lattaio e Hiroshima invece pendono su atmosfere malinconiche e sono forse il momento più intenso di tutto il disco, supportato da un testo più intimista e personale.
Un ottima capacità di fare e disfare canzoni in un paio di secondi, obliquità compositiva e vari ganzi tecnicismi in questo bel secondo disco di questa band romana.

Clov

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