Genere: power pop
L’amo sono il superamento di tutte le asprezze hardcore verso un suono più riflessivo, formale e pittorico. I brani sono essenziali, a volte violenti, nichilisti e rabbiosi, a volte sbattono contro soluzioni strumentali o travate armoniche del tutto equivoche ma deliziosamente stranianti.
La varia ed eclettica Dura la vita del superdotato si affianca a Quello che in cui il trio partenopeo violenta gli strumenti come un bambino maltratta un flipper. Testi geniali ma ordinari li ritroviamo in Mario Orsini va in città che sembra uscita da un racconto di Carver, mentre Dale Cooper, sei un feeesso! è pura, ironica, verità.
Il gruppo comunque è talmente superficiale che viene quasi voglia di fidarsi e prenderlo sul serio, un canto estremo, tra il punk più feroce al pop più demenziale, riff veloci e ossessionati ma inoffensivi e deboli. Ovviamente a questi ragazzi dobbiamo lasciare il tempo di sviluppare liberamente e in santa pace le loro nevrosi e perversioni creative per comporre più canzoni sorprendentemente brillanti e dall'ironia per una volta riuscita come Sembrava facile e la finale Sulla svirilizzazione di Quagliarella.
Un disco che prosegue con numeri di power-pop impiastricciato da pestifere bombolette punk, tic nervosi e movenze lunatiche e scomposte, a tratti francamente irritanti. Non chiedete a questa musica di spiegarvi o cambiarvi la vita e forse inizierete a divertirvi dopo qualche ascolto.
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