Genere: slow-core
Horst tappert l’ultimo lavoro dei Ka mate ka ora dopo le due piccole gemme precedenti (Thick as the summer stars del 2009 ed Entertainment in slow motion del 2010). L’ep è un insieme intrigante e riflessivo di cinque pezzi rifiniti e puliti da divagazioni sonore, dove il cantare trasognato di Stefano Venturini rende il tutto più intimista: è bastato metterlo per addolcire l’atmosfera di una stanza.
L’insieme è composto da un pezzo inedito, Jasmine’s lullaby, che ha una struttura più chiusa rispetto ai lavori precedenti, senza abbandonare l’onirismo che caratterizza il sound del trio pistoiese, verso la ricerca di una forma canzone secondaria nei lavori precedenti. I successivi brani sono rifacimenti in chiave acustica di pezzi tratti dai due precedenti lavori (All around e Vincent, rispettivamente primo e secondo disco) e lo sconvolgimento in chiave elettroacustica di Draw, ammaliante e originale.
Il tutto si chiude con una cover dei Pink Floyd (If dall’album Atom heart mother), resa immaginifica, più intrigante e riflessiva (detto da uno a cui il gruppo inglese non fa molto impazzire), e comunque decisamente meglio della versione di Morgan (Canzoni d’appartamento, 2003).
Un consiglio: scaricatevi questo stralunato frutto di un’alchimia che condensa echi barrettiani e slow-core puro con un’attualissima vena di sperimentazione e poi recuperate velocemente i lavori precedenti.
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