Genere: Post punk
Se tre anni fa il loro disco Many people don’t realize ci aveva
piacevolmente stupito, oggi questo Illusion
of growth si conferma come un piccolo tesoro da scoprire ascolto dopo ascolto.
In parte il discorso riprende da dove “Many people” lo aveva lasciato: le
iniziali 10.000 years e Bloop ricordano i vortici di
stili e generi abilmente suonati ed arrangiati nel precedente full-length,
restando pur sempre circoscritti alla forma-canzone. Lighthouse e Once you giocano con
l’ascoltatore, spiazzandolo e lasciandolo nel mezzo, nel vuoto, tra sublimi
passaggi melodici e audaci sperimentazioni.
Colpisce la coerenza con cui si
alternano melodie lisergiche di un rock visionario e circense, si mischia con
disinvoltura rock, jazz, cacofonia, punk e avanguardia, e quelle due o tre
canzoni straordinarie (Boys must cry, Things don't change) che rendono questo disco un album di tutto rispetto nel
suo genere.
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