Genere: art-rock
C’è qualcosa che non (mi) convince in
questo lavoro dei Lady Ubuntu.
Eppure non è nemmeno un disco da usare
come sottobicchiere: le idee ci sono, addirittura troppe, l’espediente di fare
musica con due programmi open source e gratuiti non è niente male, i suoni
grezzi e low-fi sono (il mio) pane quotidiano e la “Slam Poetry” dei testi, per
quanto possa sembrare fastidiosa, è diretta e necessaria.
Il disco in sostanza è qualcosa di
completamente inatteso ma alla fine forse prevedibile, strutturato come una
sorta di piccolo e scarno accompagnamento musicale all’espressione di sentimenti
di paura-fastidio-repulsione-rabbia, con una fisionomia coerente e continua.
Quello che influenza e incuriosisce in
questo Piuttosto che incontrarvi farei
bungee jumping, è l'attitudine alla musica non la musica soltanto, le
melodie polarizzanti e semplici, il modo di percepire ogni cosa che si ascolta,
vedi o fai e la traduzione in testi ironici e diretti.
Sarà però che questo disco mi ricorda
troppo l’ultimo (inutile) lavoro de I
cani o de Lo Stato sociale, sempliciotto nelle note e paraculo nel testo, sarà il caldo, sarà che
i vicini urlano ad orari improponibili non facendomi dormire, ma c’è qualcosa
che non (mi) convince in questo lavoro dei Lady
Ubuntu.
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