Genere: modern jazz
È da un po’ di tempo che l’etichetta di Eraldo Bernocchi e Giacomo Bruzzo ci sta abituando ad un tipo di musica “ricercata” con
un insieme di artisti che spaziano dall’elettronica e l’ambient all’indierock,
dalla dub alla drum'n bass.
Ora è la volta dei Mole, ennesima “superband” che gioca con la maglia della RareNoise records, composta dal pianista
messicano Mark Aanderud (è quello che
suona le parti di piano in Octahedron dei The Mars Volta), il
batterista Hernan Hecht (Junk mail, Brainkiller), il chitarrista David Gilmore e Jorge “Luri” Molina al basso, per un quartetto di matrice
jazz moderna.
Sono soprattutto gli elementi di solismo
di Aanderud a guidare e mettere in
sintonia il resto della band, dando un contributo decisivo a far decollare la
musica del quartetto verso un’intensità ed un’originalità di espressione
decisamente non comuni. Otto tracce di buon virtuosismo, a volte eccessivo
(vedi le lunghe PB e Trees and the old new ones) a volte
necessario (Stones, What’s the meaning?,
Greenland), per più di un’ora di musica che non mancherà di interessare i
cultori del genere.
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