domenica 19 gennaio 2020

The Junction – Dive


Etichetta: Dischi soviet studio
Genere: punk rock, garage

Terzo disco della band padovana (dopo Let me out! del 2012 e Hardcore summer hits del 2015) e un manifesto di intenti portato avanti sin dal primo lavoro. Un disco che entra a gamba tesa in quel filone garage-punk d’oltreoceano che guarda spudoratamente agli anni ’90 e sembra non volersi esaurire.
Dive propone un suono attuale ma fatto di roba vecchia come chitarre con enormi fuzz e distorsioni, grossi amplificatori valvolari e batteria maltrattata, per un suono squisitamente sporco, aggressivo e storto (l’iniziale Die alright e Bombay movie fra tutte).
Un album decisamente ispirato, con una inarrestabile capacità di unire suoni, rumori e nervosismo ritmico con una naturalissima facilità per la melodia. Il suono marcio delle chitarre la fa da padrone in Far away, tensioni positive e scanzonate di Try something new e Lost in the middle east si alternano al piglio decisamente britpop di Crazy o Dive.
Il taglio punk rock delle ritmiche viene spinto al massimo in chiusura (The widow) come se dal coinvolgimento fisico del pubblico dipendesse un più intenso coinvolgimento mentale. L’impatto è forte e vien voglia di vederli sprigionare dal vivo la loro impetuosa energia.
Un album che sicuramente gli amanti del garage apprezzeranno.


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