Genere: alt-classic
Il compositore romano è una figura
decisamente originale nel panorama contemporaneo. La sua musica percorre un
crinale tortuoso fra minimalismo e pop, classica e avanguardia, forte dell’eredità
di Michael Nyman e Philip Glass senza però sovrapporsi a
nessuno dei due. Parente stretto di progetti come Penguin cafè orchestra e Mogwai,
con un pizzico di Tuxedomoon, ma
anche qui senza invadere il campo di nessuno.
In Fury, Stefano Lentini suona chitarra
classica e acustica, basso, piano, tastiere e percussioni, mescolando suoni
campionati, orchestre e cori, il tutto con encomiabile coraggio e risultati
strepitosi. Questo nuovo disco, seppur in cerca di sapori inediti, riprende
timbri e melodie di sempre, le amalgama con soluzioni sperimentali ed
espedienti popolari, per una miscela stupefacente, inedita e inconsueta, almeno
da queste parti del mondo sonoro.
Oltre alle pregevoli composizioni, Stefano Lentini esibisce la sua
capacità di non adagiarsi su una formula ma di offrire di brano in brano
situazioni diverse e sempre convincenti.
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