Genere: jazz, pop, cantautore
Un giovanissimo Paolo Conte…ah no, mi sa che questo non è l’inizio ideale per
questa recensione.
Ricominciamo.
Se Paolo
Conte fosse vivo…aspè, è ancora vivo?!
Niente da fare.
Allora, alla giovane età di 67 anni Fulvio Bozzetta sforna questo
bellissimo e personalissimo disco d’esordio che sa di giradischi e puntine
stridenti, eleganti parti musicali, nonsense e storie di vita che ci conducono,
strato su strato, in un viaggio a ritroso nel tempo e nello spazio.
Basta lasciar scorrere le dodici tracce
dell’album per cogliere l’ispirazione felice di Metabolismo lento, un’ironia compositiva sottile (Il diritto e il rovescio, Il diavolo e suor Angelica che mi ha
riportato alla mente la bellissima La
mela di Odessa dei sempreverdi e mai troppo osannati Area, con le dovute differenze però), ritmi gustosi e vivaci (Canzone per me, Bella pesciolina, Cazzi vostri), suoni e melodie di sempre conditi
da sapori inediti (Claudine).
Un ottimo esordio. Speriamo non attenda altri 67 anni per
un altro disco.
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