Genere: sperimental funk punk
Devo dire che con questa recente
produzione, Magdan in Charleroi dei
fiorentini Atomik clocks, la Have you said midi? si è davvero
superata.
Basso, batteria e sassofono producono un
sound che travalica l’abusato concetto di funk che si rivela limitativo nel
loro caso. È come se prendessimo gli abbandoni drogati degli Spaceman 3, li facessimo fare a cazzotti
con gli assoli freschi e maestosi di Miles
Davis, in bikini e con tanto fango, e dall’altra parte l’eclettismo
bulimico di John Zorn a fare da
paciere.
Robotic
prostitute in heat,
Psycho bones o La stagione degli amori sono solo alcuni esempi di come gli Atomik clocks iniettino nella matrice
classica del jazz umori esistenziali di bianchi alla deriva, trasandati suoni
asimmetrici ed hardcore, mutando e trasfigurando le trame originarie. Il resto
dei brani sono dei forti acquazzoni, verboso pleonasmo, che acquazzone
significa già pioggia forte e intensa, ma torniamo a noi: sarà che stamattina
sono iniziati i lavori in casa e mi è sembrato di essere stato svegliato dagli Einsturzende Neubauten in persona e quindi ho bisogno di roba forte per riprendermi, ma a
me sto disco fa impazzire.
Consigliato agli scoppiati nevrotici…ma
anche a tutti gli altri.
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