giovedì 19 gennaio 2012

Mattia Coletti – The land


Etichetta: BloodySound records, Wallace records, Town Tone
Genere: avant-folk, ritual blues

Ai meno distratti la discografia di questo artista non sarà di certo sfuggita. Io ho dovuto recuperare di corsa dopo il folle innamoramento del suo penultimo disco (Pantagruele, Wallace records e Town Tone, 2008).
Un suono inconfondibile in questo quarto disco solista, che quando lo senti sai che può essere solo il suo, eppure ti accorgi che non è mai uguale a se stesso, come il canto che, quando c’è, è quasi sempre sussurrato. Per questo un album di Mattia Coletti vale sempre almeno un ascolto a priori, per capire se vale anche tanti ascolti ripetuti, o se questi sono necessari per capire cosa i pezzi vogliano dirci.
Quest’ultimo album segue l’umore musicale dei suoi precedenti lavori, con particolari guizzi emozionali, maturità ed equilibrio tra i vari elementi che da sempre affollano i brani di Coletti (inutile segnalarne qualcuno, sono tutti molto belli), ben calibrato nei suoni e nel concept.
The land in sostanza viaggia tra realtà e immaginazione, a mezz’aria tra terra e cielo, concreto e astratto, terre lontane e senza tempo, in un gioco di contrasti e suggestioni.
Un disco metropolitano. Senza il grigiore della metropoli.


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