Genere: elettronica, orchestrale
Una secchiata d'ansia il nuovo disco di Jan Peter Schwalm. Per chi non lo conoscesse Jan è un compositore e produttore tedesco, classe 1970, ora non vi sto a fare un elenco di tutto quello che ha fatto (fate voi), basta dire solamente che nel 1998 Brian Eno lo ascoltò e disse "ehi Jan, che hai da fare i prossimi sei anni? Vieni a suonare con me?" e quello ovviamente gli ha detto Si.
The beauty of disaster quindi è una secciata enorme di ansia, è malinconica nostalgia che scaturisce dal ricordo della bellezza ormai sfiorita, sono detriti e resti della nostra consumistica società, l'avanzare di un'estetica artificiale e artificiosa. Ma se nulla possiamo contro quest'uomo moderno affetto da consumo compulsivo, si può approfittare dei suoi avanzi e di tutto ciò che è passato di moda per creare qualcosa di nuovo, qualcosa di difficile ascolto questo è certo, ma bellissimo a suo modo.
Il geniale Jan quindi guida la musica ed i musicisti che hanno collaborato a questo disco tra anfratti bui e groove nevrotici spiazzando l'ascoltatore con enfatiche aperture orchestrali, calore delle macchine analogiche e suono postmoderno.
Ansia quindi, ma fatta bene.
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